Sabato 30 aprile, alle ore 10, nel corso di una Messa solenne in Duomo, saranno proclamati beati Armida Barelli e don Mario Ciceri, due figure che con l’attività di apostolato e l’impegno culturale ed educativo hanno lasciato un segno profondo nella storia della Chiesa ambrosiana e del mondo cattolico italiano.
Presiederà la Messa per la doppia beatificazione, in rappresentanza di papa Francesco, Sua Eminenza il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Tra i concelebranti l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini. La memoria liturgica di Armida Barelli ricorrerà il 19 novembre quella di Mario Ciceri il 14 giugno.
San Paolo editore, in occasione di questa importante ricorrenza, ha pubblicato il libro “La zingara del buon Dio” autore Ernesto Preziosi saggista ed accademico ha diretto le pubbliche relazione dell’Istituto Toniolo.
Armida Barelli ha avuto un ruolo di rilievo nella società italiana della prima metà del Novecento. Come afferma Papa Francesco nella prefazione “la sua vita è fatta di ascolto e di accoglienza del Vangelo testimone del legame tra ciò che si ascolta e ciò che si vive sintesi tra parole e vita”.
La biografia di Armida Barelli racconta l’impegno profuso nell’organizzazione del movimento cattolico femminile e nella fondazione dell’Unione Cattolica (UC). Una donna che ha fatto della laicità un antidoto all’autoreferenzialità, senza cedere alla bulimia dell’attivismo, incontrando le persone nella particolare condizione in cui vivono.
Armida Barelli cambia la visione del laicato vissuto all’interno del popolo di Dio come cammino verso la santità.
Dimostra una grande apertura verso il mondo aiutata dalla padronanza delle lingue che le consente di muoversi in particolare nel contesto europeo. Con la sua opera contribuisce ad elevare la condizione femminile, l’eliminazione dell’analfabetismo, all’integrazione nord-sud.
Credeva fermamente nell’associazionismo organizzato, nel ruolo delle donne come laiche nella Chiesa e cristiane nella società.
Nelle scelte di vita laicale un ruolo fondamentale lo svolgono alcuni sacerdoti e religiosi. L’incontro con tre Pontefici, Benedetto XV che le affida il primo mandato; Pio IX che ne sostiene lo sforzo organizzativo; Pio XII che la sostiene negli anni della guerra e della ricostruzione.
Un ruolo particolare è attribuibile alla figura di Padre Agostino Gemelli con il quale ha un rapporto spirituale e di collaborazione che si estende per tutta la vita.
Con Padre Gemelli, Armida Barelli partecipa alla nascita ed alla crescita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano offrendo ai cattolici un punto di riferimento culturale.
Una palestra di studi che offre ai giovani e alle giovani della Diocesi un luogo formativo che va oltre la sola dimensione accademica.
Insieme a Gemelli crea l’Opera della Regalità Nostro Signore Gesù Cristo con lo scopo di diffondere la formazione liturgica con particolare attenzione alla crescita spirituale delle donne.
Meno nota è la creazione dell’Istituto Secolare delle Missionarie progetto che rappresenta l’approdo finale della sua ricerca vocazionale. Quale vuole essere il filo conduttore che attraversa la vita e l’opera di apostolato di Armida Barelli.
Un punto fermo è lo sviluppo del laicato e della coscienza femminile sia nell’ambito della comunità ecclesiale sia come testimonianza nel campo sociale e politico.
Tutto ciò trova comprensione nella profonda ispirazione che trae dalla fede che la sostiene e la guida durante l’intera sua esistenza.
La sua biografia può essere un riferimento per le nuove generazioni in particolare per la capacità di darsi obiettivi importanti e trovare la determinazione per raggiungerli così come sostenere il percorso spirituale che porta a diffondere tra i popoli la parola del “Vangelo”.
Papa Francesco ha detto “che la vita è il tempo delle scelti forti, decisive, eterne. Scelte banali rendono la vita banale, scelte grandi rendono grande la vita”.
Armida Barelli ne è un esempio e la sua vocazione alla santità giungerà a compimento il 30 Aprile 2022.